Non c’è dubbio che l’avvento della tecnologia digitale ha rivoluzionato molte cose. Fra queste sicuramente possiamo porre la fotografia, ed in particolare quella astronomica. La velocità dei rivelatori ha dato la possibilità ad un osservatore con un piccolo telescopio di ottenere risultati migliori di quanto era possibile fino a pochi anni fa con strumenti di metri di diametro utilizzando la pellicola.
Per capire come questo sia stato possibile, dedichiamo venerdì sera, 22 marzo, alle ore 21, innanzitutto una conferenza, svolta da un fotografo professionista, Francesco Sovilla, al Centro Astronomico Giuliano Vanin, alle basi della fotografia digitale. La fotografia digitale: una rivoluzione copernicana, questo il titolo della conferenza, che interesserà sicuramente anche, oltre agli astrofotografi, i fotografi dilettanti e gli aspiranti tali.

All’osservatorio lo spettacolo sarà la Luna, tre giorni dopo il primo quarto. La Luna di marzo in questa fase è nelle migliori condizioni di osservazione, perché alla sua massima altezza. E la Luna è, di gran lunga, l’oggetto più bello da osservare al telescopio. Se il tempo sarà sereno, sarà quindi un’occasione da non perdere per i visitatori.

Da vedere, nella serata di venerdì, fra le altre cose: il cra­tere dedicato a John Herschel (156 km), che ha una platea molto tormentata, ricca di corrugamenti e craterini e con due crateri sovrapposti sul margine sudoccidentale. Il Dorsum Bucher, una cresta montuosa lunga 90 km; i Montes Harbinger, che coprono un’area di 9000 km quadrati, con il caratteristico cratere Prinz, semisepolto da materiale dei mari. I canali si­nuosi delle Rimae Prinz e delle Rimae Aristarchus. Il cratere Kepler, con le pareti illuminate e altamente spettacolare, crudo e surreale. Le famose Rimae Hippalus, tre graben curvilinei; il bellissimo e articolato complesso dei crateri addossati Hainzel e Mee.

Lo spettacolo più bello di questa fase è però il Mare Humorum, formato da un colossale impatto avvenuto nelle prime fasi della storia geologi­ca lunare, che produsse un grande bacino (380 km di diametro e 113 000 km² di superficie) poi riempito dalle lave. Il margine settentrionale di Humorum è caratterizzato dalla presenza del cratere Gas­sendi il cui fascino, sulla Luna, è secondo forse soltanto a quello di Copernicus, un cratere alquanto particolare, con un diametro di 110 km e pareti di 1860 m di al­tezza. Le sue pareti settentrionali sono parzialmente scompagina­te dal cratere Gassendi A (35 km). All’interno ha due picchi a oriente, e uno, di altezza minore, quasi una collina, a occiden­te, diversi crepacci, colline e corrugamenti (Rimae Gassendi). Gassendi è un tipico esemplare di cratere dal fondo fratturato, presentante cioè sistemi di canali concentrici e radiali.

Da vedere vi saranno ancora il pianeta Giove con i suoi satelliti e alcune spettacolari stelle multiple.

Naturalmente, al planetario mostreremo anche le cose salienti del cielo della settimana.

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