Le prossime due serate saranno dedicate alla vera regina del cielo estivo, la Via Lattea, la lunga striscia luminescente che va da una parte all’al­tra del cielo. Visibile anche in autunno e inverno, è soprattut­to d’estate che si vede al meglio. Uno dei più celebrati miti greci afferma che essa fu prodot­ta dal morso che l’eroe Eracle diede al seno della dea Era mentre lo stava allattando. Dal seno divino uscì un poderoso fiotto di latte che si sparse per il cielo in una lunghissima striscia. I greci la chiamarono appunto gala che significa “latte”. Altri autori greci chiamarono quest’“ampio cerchio” kiklos galakticos o kiklos galaxias (“cerchio di latte”). Da galaxias deriva il nostro “galassia” che significa quindi “lat­teo”. Per i Romani la Galassia divenne la via lactea, da cui il nostro Via Lattea.

Molte furono le idee, dalle più stravaganti alle più sensa­te, espresse nell’antichità sulla natura della Via Lattea. Di queste, in un’appassionante carrellata, si parlerà nella conferenza svolta nelle due serate. Si parlerà inoltre delle osservazioni condotte da Galileo Galilei che, attraverso il telescopio, ottenne la prima verifica scientifica della composizione della Via Lattea, risolvendola in stelle; e delle ricerche moderne, dalle quali si è capito che la bianca striscia è la traccia del piano del colossale sistema di stelle, chiamato con lo stesso nome, che comprende il Sole assieme ad altre centinaia di miliardi di stelle, e che nel nucleo della Via Lattea risiede un poderoso buco nero di milioni di masse solari.

Il pezzo forte della conferenza sarà l’approccio, poche volte tentato, di coniugare quello che sappiamo della nostra Galassia con quello che ne vediamo in cielo, ovvero il tentativo di dire ciò che effettivamente rappresenta nel firmamento quella parte della Via Lattea vista in quella determinata stagione, a che distanza si trova da noi e come è composta.

Il mese di luglio è quello nel quale, dalle nostre latitudini, la Via Lattea si vede al meglio e il cielo di Arson, col suo scarsissimo inquinamento luminoso e la sua posizione elevata, permetterà, dopo la conferenza, di ammirare dal vero la bianca striscia in tutto il suo fascino. Ma durante la conferenza verrà anche mostrata la Via Lattea fotografata nell’altro emisfero, con immagini riprese da soci della Rheticus.

Si procederà contemporaneamente all’indicazione delle costellazioni e delle stelle principali, tramite potenti laser e, subito dopo, si darà il via all’osservazione al telescopio, che comprenderà soprattutto oggetti, nebulose e ammassi stellari, disseminati lungo la Via Lattea stessa, come la nebulosa Aquila, la nebulosa Laguna, l’ammasso aperto M 11, l’ammasso globulare M 22, la nebulosa planetaria M 27, il residuo di supernova Nebulosa Velo.

Saturno sarà ancora ben visibile.

Mercoledì 10 si osserverà anche l’apparizione di un iridium flare, della luminosità di Venere, alle 22:55, mentre venerdì 12 se ne osserveranno in successione ben quattro, dalle 22:45 alle 24:00, di luminosità compresa fra quella della stella Sirio, la stella più luminosa del cielo, e 10 volte quella di Venere.

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