Un miliardo e mezzo di anni fa, quando sulla terra facevano la loro comparsa i primi organismi eucarioti e nell’atmosfera comincia a liberarsi l’ossigeno, a circa 410 megaparsec di distanza due buchi neri di massa di circa 29 e 36 masse solari, si fusero in un unico buco nero di 62 masse solari. Le 3 masse solari mancanti, vennero trasformate in energia liberata sotto forma di onde gravitazionali. Il 14 settembre 2015, le onde dell’accadimento lontanissimo nel tempo e nello spazio, vengono rilevate dai due osservatori gemelli LIGO (Laser Interferometer Gravitational-wave Observatory) situati negli USA e dislocati a 3000 km uno dall’altro. Un evento storico, che premia una ricerca che da molti era considerata al limite delle possibilità tecniche. Se si pensa che gli interferometri laser devono misurare delle variazioni di lunghezza che sono un piccolissima frazione del nucleo di un atomo (del nucleo, non della nuvola elettronica!), ci si fa un’idea della portata della scoperta che, si spera, aprirà le porte a nuove conquiste della conoscenza e probabilmente segna un deciso passo verso la “teoria del tutto” che descrive in equazioni matematiche le 4 forze fondamentali che agiscono in tutto ciò che ci circonda.
Di questo ci parlerà il professor Francesco Sorge, insegnante di matematica e fisica e che ha approfonditamente studiato questi argomenti.
Per la parte osservativa, la Luna Piena sarà l’astro predominante, pur non essendo molto alta
sull’orizzonte. Anche se l’illuminazione del pieno di Luna non favorisce l’osservazione dei rilievi sulla superficie del satellite per il basso contrasto, la visione con i grandi binocoli e a basso ingrandimento con i telescopi, non mancherà di stupire e meravigliare i visitatori . Un vero spettacolo sarà invece l’osservazione di Giove, nonostante sia già passato in opposizione, si potrà ancora ammirare nella sua caratterista “livrea” a bande e con tutti e quattro i Satelliti Medicei visibili. Algieba (Gamma Leonis) e 24 Comae Berenicis sono delle belle stelle doppie che si potranno osservare. Verso fine serata, un po’ sotto la Luna si potranno puntare gli strumenti anche sull’astro dal caratteristico colore arancione: il pianeta Marte, un piccolo assaggio per le osservazioni che faremo nel prossimo mese.

In caso di maltempo tutta la manifestazione si svolgerà al planetario.

Per raggiungere facilmente il Centro Astronomico e ogni altra informazione logistica consulta il sito: www.rheticus.it

 

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