Messa in sicurezza degli edifici,
efficacia degli interventi, sisma-bonus.

Relatori: Prof. Arch. Francesco Doglioni e Ing. Marco De Giacometti

“Conoscere e affrontare il problema non significa sapere quando arriverà il prossimo terremoto, ma piuttosto aumentare la sicurezza delle strutture, perché è sotto il crollo degli edifici che contiamo i nostri morti. E poiché in Italia si registrano mediamente alcune migliaia di terremoti l’anno, la prevenzione è la sola strada percorribile, sin quando la scienza non saprà fornire la tanto attesa risposta di un’attendibile previsione.”

Secondo, imperdibile appuntamento organizzato dalla Rheticus, dedicato ai terremoti e al rischio sismico, anche in un territorio straordinariamente fragile come la nostra provincia. In dettaglio saranno analizzate le osservazioni compiute sui monumenti di Feltre, dalle mura medievali al Duomo, da San Vittore ad altre costruzioni storiche, anche alla luce di quanto osservato nel passato remoto (archeosismologia) e in quello più recente, dopo il sisma del Friuli nel 1976. Non mancherà poi di essere approfondito il comportamento del terremoto del 2016 in Umbria e Marche su edifici già stati riparati, allo scopo di valutare l’efficacia/inefficacia delle tecniche utilizzate.

Nella seconda parte dell’incontro verranno presentati in sintesi una serie di interventi per il miglioramento sismico nel restauro di beni architettonici, per contrastare i possibili danni e riparare quelli esistenti. Verranno trattati inoltre i meccanismi tecnico-fiscali che vanno sotto il nome di sisma-bonus ed alcune esemplificazioni per il patrimonio tradizionale.

A condurre gli argomenti saranno due illustrissimi ospiti, l’architetto Francesco Doglioni, feltrino di nascita, specializzato in Tecnica del restauro e Consolidamento dell’edilizia storica e Marco De Giacometti, noto professionista di Feltre, laureato in ingegneria civile presso l’università degli Studi di Padova, esperto, tra le altre cose, di progetti di restauro di edifici monumentali e di verifiche tecniche di sicurezza sismica.

Ingresso libero. Si raccomanda la puntualità.

 

Cari soci,
per dar modo agli iscritti alla Rheticus di osservare di più, oltre alle serate canoniche di apertura al pubblico, per promuovere l’utilizzo del Centro Astronomico e per consentire, a chi lo volesse, di imparare personalmente a usare gli strumenti, abbiamo deciso di aprire il Centro ai soci almeno una volta al mese. Per garantire il più possibile il successo dell’iniziativa, queste aperture straordinarie saranno determinate sulla base delle ottimali condizioni meteo, quindi il prossimo appuntamento è fissato per Domenica 19 Novembre 2017alle ore 21.
Ci sarà sempre qualcuno del Consiglio, e io personalmente mi impegno ad esserci almeno da qui fino alla fine dell’anno.
Un caro saluto a tutti
Gabriele Vanin

 

 

La meccanica quantistica è degna di ogni rispetto, ma una voce interiore mi dice che non è ancora la soluzione giusta. È una teoria che ci dice molte cose, ma non ci fa penetrare più a fondo il segreto del Grande Vecchio. In ogni caso, sono convinto che questi non gioca a dadi col mondo. (Albert Einstein 4 dicembre 1926)

In fisica esistono oggi due grandi teorie comunemente considerate “vere”, perché in grado di descrivere una grande varietà di fenomeni fisici in maniera precisa e coerente: la Teoria della Relatività e la Meccanica quantistica. Della Relatività abbiamo già parlato al Centro in diverse occasioni. Di essa sappiamo che descrive bene il comportamento dei corpi e della materia ad alte energie: ci permette di studiare il moto di pianeti e stelle, di lanciare satelliti e navicelle spaziali, di comprendere il funzionamento dell’universo. 

 

Eppure ci sono ambiti dove la Relatività fallisce: se si studiano i processi nucleari o subnucleari, il comportamento microscopico delle molecole, le interazioni tra le particelle, la struttura della materia, la Relatività è muta. E’ proprio ora che entra in gioco la Meccanica Quantistica. La Meccanica quantistica è una teoria dell’infinitamente piccolo perché nel cuore della materia c’è un mondo immenso, composto da miliardi e miliardi di particelle, che sfugge ai nostri sensi e alla nostra intuizione e per le sue caratteristiche quasi “magiche”, da sempre affascina filosofi e scienziati. Ma cosa rappresenta davvero questa teoria? E perchè è così importante? Sarà ilProf. Francesco Sorge, docente all’Università di Padova e ricercatore nel campo della Relatività Generale, a spiegarcela nei modi e nei termini più accessibili, svelandoci nel contempo i più reconditi segreti che essa custodisce.

La Luna al primo quarto, poco dopo le 22 lascerà il proscenio ai meravigliosi protagonisti del cielo invernale. Con gli strumenti del Centro osserveremo in dettaglio la galassia di Andromeda (M31), l’ammasso aperto delle Pleiadi (M45) e il Doppio Ammasso in Perseo (NGC 869-884); e poi il “tris” di ammassi aperti in Auriga M36, M37 e M38 ed anche la più bella delle costellazioni invernali, Orione, che si appresta lentamente ad occupare in maniera incontrastata lo spazio celeste che, quale Regina, le compete di diritto.

L’incontro si svolgerà con qualunque condizione meteo. Si raccomanda la puntualità.

 

La stella Algol, nella costellazione del Perseo, è la più famosa delle stelle variabili (astri che cambiano nel tempo la loro luminosità apparente). Il nome fu attribuito nel Medioevo da una abbreviazione araba, ra’s al-ghul, la “testa del demonio”, poiché qui Tolomeo aveva collocato la testa della Medusa, recisa da Perseo durante una delle sue avventure. La sua variabilità (causa molto interessante che spiegheremo in dettaglio durante l’incontro) fu scoperta nel 1667 e la durata del suo periodo poco più di un secolo dopo.

L’osservazione diretta delle variazioni luminose di Algol è uno spettacolo che qualsiasi appassionato di astronomia non può perdere. La curva di luce è del tutto regolare e si verifica in maniera del tutto precisa, tanto da essere perfettamente prevedibile il famoso ‘minimo di Algol‘ nelle effemeridi celesti.

Tutto il ciclo può essere visto nel corso di una stessa notte, con variazioni di luminosità evidenti nel giro di pochi minuti. Se si inizia ad osservare nel momento del minimo la vedremo salire al massimo, diventando tre volte più brillante (dalla magnitudine 3,4 alla 2,1) in poche ore. E ancora più repentina e spettacolare è la variazione dal massimo al minimo.
La testa di Medusa quindi, nelle mani di Perseo, pulsa intermittente ancora oggi nelle notti di inverno a ricordare come il cielo stellato ispira agli uomini, di volta in volta, storie straordinarie meritevoli di essere raccontate e osservate.

Per la parte osservativa la notte illune ci consentirà di osservare molti oggetti del profondo cielo anche con lo straordinario ausilio dello strumento principale del Centro, il grande Leviatano da 64 cm. Le costellazioni tipicamente invernali, Auriga, Toro, Balena e Pesci si innalzano ad Est, mentre un po’ più a sud fanno capolino l’inconfondibile sagoma di Orione assieme ai Gemelli. Nel cielo del Toro potremo facilmente scorgere ed osservare al telescopio il bellissimo gruppo delle Pleiadi, mentre allo zenit, in Andromeda, nel Triangolo e in Cefeo, troveremo nebulose, ammassi stellari e bellissime galassie.

L’incontro si svolgerà con qualunque condizione meteo. Si raccomanda la puntualità.