Le lenti erano note fin dall’antichità: vari oggetti di vetro che sembrano lenti sono stati trovati in diversi siti archeologici, e ne parlano anche vari autori famosi. Ma solo nell’XI secolo, “ufficialmente”, un astronomo arabo fu il primo a utilizzare delle lenti convesse come lenti da ingrandimento.

Alla fine del XIII secolo, a Venezia, cominciò l’applicazione delle lenti convesse come presidi per correggere la presbiopia, e intorno alla metà del XV secolo, a Firenze, comparvero le lenti concave da miopia, che si diffusero in tutta Europa nei cento anni successivi.

Nella seconda metà del Cinquecento vari studiosi inglesi e italiani cominciarono a combinare lenti convesse e concave nel tentativo di potenziarne l’azione, ma fu solo in Olanda, nei primi anni del secolo successivo, che l’invenzione del telescopio diventò realtà.

Poi, nell’autunno del 1609 Galileo, venuto a conoscenza dell’invenzione, la replicò in modo eccellente, costruendosi strumenti sempre più perfezionati, e fu il primo a rivolgere, in modo consapevole, un telescopio verso il cielo e vide ciò che nessuno prima aveva mai visto: le montagne e le valli della Luna, aspetti insoliti e straordinari su Venere, Marte, il Sole, Saturno, e corpi “mai prima veduti dall’inizio del mondo”.

Questa conferenza illustrerà uno degli argomenti più controversi e intriganti della storia della scienza, presentando anche documenti e testimonianze in larga parte conosciuti solo da pochissimi specialisti. Attraverso l’interazione col pubblico, la manipolazione pratica e la sperimentazione con vari tipi di lenti si tenterà di replicare il percorso storico che ha portato all’invenzione del telescopio.

Si provvederà a demistificare il problema epistemologico posto dall’utilizzo di uno strumento del tutto nuovo ai fini dell’indagine scientifica, alla luce delle teorie esistenti all’epoca di Galileo nel campo dell’ottica e dell’astronomia.

Si vedrà infine in che modo l’uso del telescopio e le nuove scoperte celesti andarono a incidere sull’affermazione del sistema copernicano, e sull’abbandono di quello tolemaico, sulla nascita di una nuova fisica e sull’abbandono di quella aristotelica.

Per la parte osservativa sarà una notte illune che ben si presterà all’osservazione degli oggetti del profondo cielo, soprattutto con l’ausilio del Grande Leviatano da 64 cm, recentemente rimesso a nuovo nella parte ottica. Sarà anche l’ultima occasione per quest’anno di osservare il meraviglioso pianeta Saturno. Un’occasione quindi da non perdere!

 

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