Nelle sere del 7 e 8 aprile (plenilunio alle 3:37 dell’8 aprile) la Luna, anche se osservata solo a occhio nudo, darà spettacolo. Osservatela al sorgere, rispettivamente verso le 19:20 e le 20:40. In quel momento il cielo sarà ancora chiaro e permetterà di vedere al meglio quelle macchie scure, i “mari” che, quando eravamo bambini, disegnavano una faccia umana, con gli occhi, il naso e la bocca. Sarà anche una cosiddetta “super Luna”, espressione giornalistica infelice per indicare i momenti in cui al plenilunio il satellite si trova al perigeo, ovvero più vicino alla Terra e quindi le sue dimensioni apparenti risultano maggiori. Tuttavia in queste circostanze il diametro lunare risulta solo il 5,5% più grande e la superficie solo l’11% maggiore di un plenilunio medio, valori assolutamente inapprezzabili a occhio nudo, soprattutto non potendo evidenziare in tempo reale il confronto con una Luna “media”!

Se qualcuno ha l’impressione di vedere la Luna grande, la ragione è perché la sta vedendo sorgere o tramontare, e questo avviene sempre, tutti i mesi, non solo con Luna al perigeo. Ciò avviene per una sorta di illusione ottica, che è stata spiegata da Tolomeo ancora 1900 anni fa: la Luna all’orizzonte ap­pare più grande della Luna alta perché sembra più lontana, in quanto qualsiasi oggetto visto attraverso uno spazio pieno, come il terreno che si frappone fra l’osservatore e l’astro, è percepito come più distante rispetto a uno percepito attraverso uno spazio vuoto. La maggior parte degli osservatori stima la Luna oltre il 50% più grande al sorgere che quando è alta, ma la fotografia rivela che le dimensioni sono assolutamente le stesse. Se possedete un teleobiettivo, anche modesto, provate a fare una verifica personale.

Altri due effetti potranno essere visibili: il primo è l’arrossamento lunare, la famosa “Luna rossa” partenopea, dovuta al fatto che in prossimità dell’orizzonte la luce subisce molte più riflessioni e questo conduce a un aumento della sua lunghezza d’onda. Il primo è lo schiacciamento del disco lunare, dovuto alla ri­frazione, ovvero alla diversa deviazione che i raggi luminosi su­biscono quando attraversano l’atmosfera a differente altezza: i raggi che provengono dalle parti più basse della Luna e del Sole vengono deviati maggiormente di quelli provenienti dalle parti più alte e il risultato è appunto lo schiacciamento delle immagi­ni.

Se possedete un binocolo, anche piccolo, lo spettacolo sarà enfatizzato. Se avete un cavalletto fotografico, fissateglielo sopra, o almeno appoggiatevi ad un muro se siete costretti a tenere il binocolo in mano. Se riuscite a cogliere il disco lunare al primo apparire sarà entusiasmante seguirne la progressione rispetto allo sfondo di un prato o degli alberi di una montagna distante.

Nella foto: la Luna piena del 19 aprile 2019 ripresa al sorgere, schiacciata e arrossata (Gabriele Vanin)

 

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