Il 10 aprile scorso è stato annunciato lo storico risultato ottenuto dall’Event Horizon Telescope, una rete globale di radiotelescopi che ha operato utilizzando l’intero diametro della Terra, quasi 13 000 km, come se fosse un unico enorme obiettivo fotografico, capace di risolvere il profilo dell’orizzonte degli eventi del gigantesco buco nero che si trova nel cuore della galassia M 87, distante 55 milioni di anni luce. Nella conferenza, tenuta da Gabriele Vanin, direttore del Centro Astronomico, si spiegherà la portata scientifica di questa scoperta, una delle principali in campo scientifico degli ultimi decenni, utilizzando fra l’altro, per la prima volta al Centro, spettacolari simulazioni a tutta cupola della dinamica di formazione e della natura dei buchi neri supermassicci.

Se la serata sarà caratterizzata da tempo sereno, sarà anche possibile osservare direttamente la galassia sede del buco nero in questione, oltre ad altri oggetti di profondo cielo.

Inoltre potremo assistere ad una straordinaria parata di passaggi di stazioni spaziali e satelliti artificiali: per ben due volte passerà la luminosissima Stazione Spaziale Internazionale, poi la Stazione Spaziale Cinese, la Tiangong 2, infine i satelliti Terra, Mayak, CZ-4C R/B, frammenti dei Cosmos 2297, 2263, e molti altri.

 

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