Venere (a cura di Gabriele Vanin)

Spesso si legge che i pianeti interni, Mercurio e Venere, per la loro vicinanza orbitale al Sole, dalla Terra si possono vedere solo ai crepuscoli e mai in piena notte. In realtà questo è vero solo per Mercurio. Anzi, in questo periodo il pianeta Venere tramonta ben due ore e un quarto dopo la fine del crepuscolo astronomico, che è l’inizio tradizionale della notte, addirittura dopo la mezzanotte (almeno in via teorica, se ci sono montagne all’orizzonte il tramonto è ovviamente anticipato). Per la combinazione fra i periodi orbitali terrestre e venusiano questo periodo favorevole capita soltanto ogni otto anni.

Dal 25 al 30 aprile inoltre Venere raggiungerà il massimo di luminosità, che lo farà essere ben 17 volte più luminoso della stella Sirio, la stella più brillante del cielo (immagine allegata). In queste condizioni si potrà tentare un’esperienza molto curiosa, ovvero di vedere se si riesce a percepire l’ombra di oggetti prodotti dalla sua luce!

In teoria basta procurarsi un foglio bianco e porre la propria mano fra questo e la direzione del pianeta in cielo per provare a vedere se si distingue l’ombra della mano, ma ci si può servire di qualsiasi oggetto. In pratica, però, l’osservazione è molto difficile, a causa della grande quantità di luce diffusa proveniente dalle fonti artificiali. Occorre quindi tentare l’esperienza in un luogo il più possibile buio, in quota, spegnendo tutte le luci intorno, anche quelle di spie o display di telefoni e PC, quando il cielo è molto limpido e appena finito il crepuscolo in modo che Venere sia ancora abbastanza alto (verso le 22).

Personalmente mi è capitato di vedere l’ombra di Venere solo due volte: la prima, nell’aprile 1996, sul Monte Avena (1454 m slm), quando, in osservazione della cometa Hyakutake con vento di tramontana, la vedemmo distintamente su un mucchio di neve residua; la seconda, il 18 novembre 1999, in occasione della tempesta delle Leonidi sul Monte Sinai (2335 m slm), quando appariva smaccata, a causa della grande limpidezza del cielo, sulle rocce circostanti, neanche particolarmente chiare!

Foto Rheticus

 

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