Ammasso aperto M 11
nella costellazione dello Scudo
Foto di Paolo D’Incà
21 agosto 2023, somma di 9 foto da 10 secondi
con dslr “full spectrum” a 800 ISO
e telescopio newton 36 cm
del Centro astronomico Giuliano Vanin di Arson Feltre

 

Nuvola arcobaleno
Foto di Gabriele Vanin
Arson 2 febbraio 2022, ripresa con DSLR
posa di 1/2000 a f/10 a 100 ISO con zoom 18-55 regolato a 55 mm di focale

 

Luci e stelle dal rifugio Dal Piaz
Foto di Carlo Zanandrea
DSRL a 18mm a f3,5 iso 800 per 20 sec

 

Per la prima volta dopo 58 anni il pianeta Urano ha un’altezza sufficiente per poterlo mostrare al telescopio con un ingrandimento sufficiente a scorgerlo in modo apprezzabile. Ricordiamo infatti che il dischetto di Urano è solo un quinto di quello di Saturno o Marte e meno di un decimo di quello di Giove, e quindi per osservarlo in modo significativo occorre superare i 500 ingrandimenti all’oculare, cosa che si può fare solo quando il pianeta è molto alto sull’orizzonte. Una notevole sfida sarà anche quella di scorgere i suoi cinque satelliti principali, Miranda, Ariel, Umbriel, Titania e Oberon. La serata senza la Luna offrirà all’osservazione a occhio nudo lo stupendo cielo di novembre, con ben 11 stelle di prima grandezza visibili a occhio nudo su un totale di 16 visibili dalle nostre latitudini, e al telescopio i gioielli del cielo profondo autunnale, fra cui le Pleiadi, l’Ammasso Doppio di Perseo, la Galassia di Andromeda.
Nella successiva conferenza che si svolgerà al planetario si racconteranno tutte le stranezze che riguardano Urano, a partire dalla storia della sua particolarissima scoperta, per arrivare poi a parlare della sua singolare orbita, che lo fa rotolare come un barile intorno al Sole, e del misterioso volto che presenta al telescopio e alle sonde, del mistero che circonda ancora oggi la natura del suo satellite Miranda, e molto altro ancora.

 

Parafrasando una famosa canzone di Pierangelo Bertoli e dei Tazenda, la serata del 17 agosto prevede fra l’altro una spettacolare osservazione, a occhio nudo, con binocoli astronomici e telescopi, del sorgere del nostro satellite dalle Prealpi Bellunesi. Sarà una sensazione davvero magica percepire dapprima il chiarore che preannuncia l’alba lunare, e poi via via lo spuntare del primo lembo selenitico, il procedere rapido della levata sullo sfondo degli alberi, il delinearsi del volto umano lunare, lo stagliarsi netto e completo, infine, della compagna delle nostre notti sull’orizzonte lontano.

Lo spettacolo sarà preceduto, al planetario, da una breve conferenza che illustrerà i vari fenomeni a cui danno luogo la levata e il tramonto del Sole e della Luna, dal “Sole rosso” e dalla “Luna rossa”, allo schiacciamento prodotto dalla rifrazione, alla misteriosa illusione del “Sole grande” e della “Luna grande”.

Continueranno inoltre a dare spettacolo i pianeti Saturno e Giove. Su quest’ultimo sarà ancora visibile la Grande Macchia Rossa.

 

Torna il teatro scientifico al Centro Astronomico di Feltre e ritorna, a forte richiesta, il monologo di Gabriele Vanin sulla famosa bufala lunare, ovvero sulla strampalata ipotesi complottista che 50 anni fa gli americani non siano sbarcati sulla Luna, ma abbiano solo fatto finta. Anche se non sono molti quelli che credono a questa teoria, almeno nel nostro Paese, tuttavia una buona parte dell’opinione pubblica ha avuto e ha, complice anche una pessima informazione televisiva pubblica, dei dubbi e quindi l’evento sarà un’occasione preziosa per chiarirsi le idee e magari anche sorridere della propria credulità e contribuire ad affinare il proprio spirito critico e l’atteggiamento scettico di tutti noi. Sarà anche un’opportunità di discutere, sempre col sorriso, sul ruolo dei mass media e sulla psicologia delle masse, e di parlare di alcuni fondamentali aspetti della missione Apollo 11, già celebrata in varie occasioni, a livello nazionale, e da noi a livello locale.
A fare da corona alla serata saranno schierati verso sud i tre corpi celesti più belli da osservare con il telescopio, e che saranno mostrati al pubblico con i potenti strumenti del Centro: la Luna, al primo quarto, Giove, con le sue lune, e Saturno, con i suoi anelli. Su Giove, in particolare, sarà possibile osservare il transito dell’ombra del satellite Io. Da notare anche l’ultimo passaggio serale della Stazione Spaziale Internazionale fino al prossimo mese di ottobre.Poiché quest’anno il massimo delle Perseidi avverrà con la Luna Piena,
il 7 agosto è anche la data in cui si potranno vedere più stelle cadenti, con il cielo non eccessivamente illuminato dalla Luna.

 

Dr. Alain Jody Corso
Per la prima volta al Centro Astronomico si parlerà di Mercurio, il torrido pianeta più vicino al Sole. Difficilmente osservabile dalla Terra, Mercurio è stato sinora visitato da due sole sonde spaziali, statunitensi. È già in viaggio, tuttavia, la sonda Bepicolombo, dell’Europa, che compirà il primo sorvolo del pianeta nel 2021 e si immetterà stabilmente in orbita attorno ad esso nel 2025.
Già nel novembre scorso Alain Corso, del CNR, e socio storico della Rheticus, ci ha parlato di questa missione, in cui egli riveste un ruolo notevole, avendo partecipato alla realizzazione di due degli strumenti a bordo della sonda, lo spettroscopio e il coronografo ultravioletti. Questa volta farà il punto, servendosi di spettacolari immagini e filmati, sulle conoscenze attuali su Mercurio, anche alla luce della ripresa d’interesse verso questo pianeta da parte della comunità astronomica mondiale.
Se il cielo sarà sereno sarà possibile osservare una splendida falce di Luna e i pianeti Giove, con le sue lune, e Saturno, con i suoi anelli.

 

Sabato 2 marzo, alle ore 21, torna di scena l’archeologia preistorica al Centro Astronomico di Arson. Si parlerà di Valmo, l’Uomo di Mondeval, la località cadorina teatro del ritrovamento dello scheletro di un cacciatore preistorico, che costituisce l’unica sepoltura mesolitica situata ad alta quota (2150 m). Dalla data del ritrovamento, il 1985, sono state effettuate quindici campagne di scavo che hanno portato alla luce importantissime testimonianze, fra cui un completo corredo funerario, risalenti a oltre 8000 anni fa, che hanno ampliato moltissimo le conoscenze paleontologiche relative a quel periodo. A parlarne sarà Corrado Chierzi, di Belluno, addetto alla ricerca di fossili e minerali nell’ambito della Commissione di esperti istituita, alla fine degli anni 70, in vista dell’apertura del costituendo Museo della Val Fiorentina, socio fondatore e collaboratore del Museo (oggi Museo Vittorino Cazzetta, scopritore del sito di Valmo), dalla sua apertura, avvenuta nel 1982, autore di importanti ricerche di superficie in campo archeologico in vari siti del Bellunese.

Come di consueto, se il tempo sarà favorevole, si potrà osservare il cielo con i potenti telescopi del centro, e si potranno comunque apprezzare le bellezze del firmamento attraverso la spettacolare proiezione al planetario.

 

VENERDI’ 4 GENNAIO 2019 ore 21 al Centro Astronomico della Rheticus

“LA’ DOVE NESSUNO E’ MAI GIUNTO PRIMA: LA NEW HORIZONS ESPLORA ULTIMA THULE” relatore Gabriele Vanin (Ass.Rheticus)

Un’isola leggendaria situata in una remota zona del nord della Terra: si tratta di Thule, citata per la prima volta dal geografo greco Pitea nel IV secolo a.C., il cui mito si è poi accresciuto nella tarda antichità e nel medioevo. Diventata nell’immaginario collettivo il simbolo di un luogo estremamente lontano, ai confini del mondo, Thule ora conquista lo spazio grazie a New Horizons. Ultima Thule, infatti, è il nome provvisorio che gli scienziati della missione hanno scelto per designare 2014 Mu69, l’oggetto della Fascia di Kuiper (Kbo) che la sonda della Nasa ha raggiunto in tempo per festeggiare il capodanno del 2019. New Horizons sta realizzando la più lontana esplorazione di un corpo celeste mai effettuata prima, in un mondo oscuro dove nessuno è mai giunto prima…

La conferenza verrà preceduta dall’osservazione visuale dei più bei oggetti del cielo invernale con i telescopi del Centro Astronomico. Si raccomanda un abbigliamento adeguato a questo clima rigido e pungente. La conferenza in planetario si svolgerà in un ambiente adeguatamente riscaldato.

Gli incontri si svolgeranno con qualunque condizione meteo. In merito teniamo a sottolineare che, se non in caso di eccezionale maltempo, l’osservazione visuale e telescopica degli oggetti celesti è quasi sempre possibile, poichè la variabilità della copertura nuvolosa lascia spazio frequente a zone di sereno. Vi invitiamo pertanto a farci visita anche se il meteo non sembra favorevole. Ne vale sempre la pena!